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di: stefanoiovino

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La maturazione del corpo in adolescenza

La presa di coscienza delle varie componenti di sé avviene inizialmente per qualità sparse ed è strettamente vincolata ad i vissuti personali. Un bambino si può sentire veloce, forte, bravo nei salti, ma non è ancora in grado di riflettere su queste doti, come invece fa un adolescente che inizia a porle in relazione l’una con l’altra e costruisce, un po’ per volta, la rappresentazione di una totalità unitaria, quella di un sé trasversale rispetto alle situazioni che incontra e vive.

A partire dalla preadolescenza le certezze relative al proprio corpo vengono meno e l’individuo è sollecitato a costruirne di nuove, sulla base sia delle trasformazioni anatomiche e fisiche, sia delle attese sociali rispetto all’identità corporea tipizzata: cogliere il punto di vista altrui su di sé e riflettervi si propone come esigenza attiva, volontaria e fortemente ricercata.

La trasformazione morfologica legata alla pubertà e l’insorgenza irruente, talvolta inaspettata, della maturità sessuale che porta allo sviluppo dei caratteri sessuali secondari e delle funzioni sessuali proprie dell’adulto, rimettono in discussione l’immagine del corpo progressivamente costruita dl bambino. Si ritiene che un aspetto importante in questa fase molto convulsa, dominata da una forte instabilità cognitiva ed emotiva, sia da ricercarsi nel rapporto che si instaura tra il padre e la figlia. La figlia, che con i suoi turbamenti e timori fa il suo ingresso nella fase adolescenziale, ha l’opportunità di confrontarsi con il padre e trovare sostegno nel giudicare i cambiamenti della sua immagine dovuti alla maturazione del suo corpo.

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La reazione del padre di fronte a tale maturazione può giocare un ruolo importante nella formazione dei sentimenti della figlia verso il proprio corpo che si accinge ad acquisire le caratteristiche fisiche e mentali specifiche della donna a tutti gli effetti. E’ un confronto delicato perché la qualità dell’investimento emotivo tra padre e figlia può diventare in seguito il modello delle future relazioni che si stabiliranno fra lei e gli individui di sesso maschile. L’idea di corpo femminile posseduta dal padre, i suoi atteggiamenti nei confronti del corpo della donna e la sua reazione durante lo sviluppo fisico della figlia, possono causare un impatto di non trascurabile importanza dell’immagine corporea ed influenzarne lo sviluppo.

Sulla formazione adolescenziale dell’immagine corporea possono influire anche molti aspetti della personalità individuale, di cui uno dei più importanti è senza dubbio rappresentato dal grado di autostima goduto e quindi dalla fiducia in sé stessi che ne deriva. Questi tratti di personalità, oltre a favorire lo sviluppo di una valutazione positiva del proprio corpo, sono utilizzati come meccanismi di difesa contro eventuali eventi che minacciano l’immagine corporea. Al contrario, una scarsa opinione di sé stessi accresce la vulnerabilità del soggetto riguardo la considerazione che egli assegna al proprio corpo. Un altro importante elemento costitutivo della personalità è il perfezionismo, che può spingere l’individuo ad investire le sue risorse in ideali fisici ingenti ed eccessivi. Inoltre, il bisogno, che taluni individui sentono, di ottenere l’approvazione degli altri, può accrescere il desiderio di raggiungere a tutti i costi determinati modelli fisici.

Sembra che la caratteristica tipica dell’adolescente di servirsi del corpo, o “delle condotte somatiche”, per manifestare le proprie difficoltà o, comunque, per relazionarsi con gli altri, sia responsabile di una serie di disturbi incentrati sul corpo, i cui bisogni fisiologici (sonno, alimentazione, igiene) sono utilizzati per manifestare un disagio. Cambiare prospettiva, modificare il proprio punto di vista per guardarsi al di fuori è un processo che sembra iniziare sempre più precocemente, come dimostrano i comportamenti relativi al controllo alimentare e corporeo che si esprimono con l’autoimposizione della dieta, e riflettono le prime voci dell’insofferenza per un corpo che appare distante da quello desiderato. L’elemento distintivo delle condotte incentrate sul corpo sembra essere quello di tendere al rifiuto dell’esplicitazione di un corpo sessuato: l’adolescente userebbe in modo strumentale il suo corpo fisico e i suoi bisogni fisiologici, come quelli alimentari, per tenere a debita distanza la sessualità e lo scompiglio che essa crea nel corpo.

Nell’adolescenza, più ancora che nell’età adulta, si è nel mondo attraverso e mediante il corpo, ed è per questo che il corpo può ammalarsi nella misura in cui il cambiamento non si verifica o non è adeguato. Nel cambiamento si rinuncia ad avere un corpo e ci si appresta ad attribuirsene un altro completamente diverso, tanto che a causa di questa trasformazione ci si accinge ad abitare il mondo in modo diverso con il proprio corpo modificato.

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Egli valuta il proprio benessere, anche psichico, in funzione della qualità della percezione della propria corporeità e tende a sovrapporre due piani: è come se il suo corpo fosse l’ambiente in cui vive e al tempo stesso il suo principale interlocutore. Si può dire, in un certo senso, che il corpo sostituisce la funzione che può avere la madre nei confronti del bambino: può essere appagante, briosa e assicurare il benessere o, al contrario, contrapporsi in modo deprimente ed ambiguo a qualsiasi richiesta, rendendo l’ambiente di vita cupo ed opprimente.

Fino a quando non si perviene alla mentalizzazione del corpo e le funzioni corporee non sono state identificate, né si è conseguita una buona integrazione mente-corpo, il corpo se ne sta accanto all’adolescente, lo avviluppa, lo tiene prigioniero, gli fa da contesto psicologico e, dal canto suo, l’adolescente gli si può rivolgere contro platealmente perché si sente come avvelenato, contrastato, decisamente inappagato.