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di: stefanoiovino

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 Provate ad aprire lo sportello della gabbia ad un uccellino che ne è prigioniero: potrà succedere che spinto da un coraggioso impulso, si precipiti fuori e voli verso la libertà, ma potrà anche succedere che si ritiri timoroso in un angolo. Se esce, può andare a finire nelle fauci di un gatto o nel becco di un uccello rapace; se resta, perde un’occasione unica e può pentirsene per tutta la vita. E la sua vita non sarebbe degna di questo nome, se dovesse trascorrerla tutta fra le sbarre della sua prigione…

Anche l’uomo è in gabbia e, spalancargli troppo bruscamente la porta, può voler dire precipitarlo nelle fauci del male.
Certamente la felicità non è dentro la gabbia, è fuori, ma tutti hanno paura di essere felici.
D’altra parte, le sbarre della sua gabbia l’uomo se le è costruite lui stesso, con un lavoro estremamente minuzioso e nello stesso tempo assurdo. Ma vi è una speranza per la vita di chi è ingabbiato: capire in che modo le sbarre sono sorte “dal nulla”[…] La gabbia si risolve in una esasperante perdita di tempo. Tutta se l’uomo troppo precipitosamente ne esce, la libertà raggiunta esteriormente, diventa pericolosa per lui. Occorre dunque rimettere i segnali al loro posto giusto e soprattutto capirli: come sono nati?Come si sono formati?
Occorre che l’uccellino impari a pensare nel modo giusto, altrimenti, appena uscito dalla gabbia verrà sbranato dal gatto, cioè divorato dalla paura. Pensare nel modo giusto vuol dire liberarsi dalle opinioni sbagliate, dalle false verità rubate in un terreno lavorato dagli altri, cioè da coloro che nel lento trascorrere dei millenni hanno trovato vantaggioso mantenere in gabbia i propri simili.

Occorre Pensiero libero […]


Pincherle M. ,1998