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di: stefanoiovino

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6 Risposte per Genitori di Pazienti con un Disturbo del Comportamento Alimentare

Per un genitore, affrontare il Disturbo Alimentare del proprio figlio o della propria figlia è sempre devastante. Ci si ritrova spaesati e angosciati, e a volte la prima reazione è la negazione e fingere che vada tutto bene. Altre volte, anche se si sospetta che qualcosa nel proprio/a figlio/a non vada, non si riescono a riconoscere i sintomi di un Disturbo Alimentare.

In questo articolo abbiamo risposto ad alcune delle domande più comuni di un genitore di un paziente con un DCA, sperando di fare un po’ di chiarezza su un argomento su cui c’è ancora pochissima conoscenza e informazione.

Se mia/o figlia/o non dimagrisce, allora non è affetto/a da un Disturbo Alimentare.

Non è vero. Ci sono alcuni DCA che non si presentano con restrizioni alimentari nè con perdita di peso evidente (la bulimia nervosa e il binge eating disorder, per esempio, si manifestano con abbuffate incontrollate e, nel primo caso, con comportamenti di compenso come il vomito o l’assunzione di lassativi). La stessa anoressia nervosa, inoltre, pur essendo caratterizzata da progressiva riduzione delle calorie assunte, può essere presente anche in un individuo con un indice di massa corporea nella norma.

Mio/a figlio/a non è più un adolescente. Non devo preoccuparmi dei dca perché sono malattie da teenagers.

Non è così. Le persone possono ammalarsi di Disturbi Alimentari a qualsiasi età. Gli adulti possono sia sviluppare un DCA per la prima volta nella vita, sia soffrire per una riacutizzazione della malattia che avevano già in precedenza, soprattutto se non hanno ricevuto un corretto trattamento.

Mio/a figlio/a è troppo piccolo/a per soffrire di un DCA.

Purtroppo, recenti studi hanno dimostrato che l’età media di incidenza dei Disturbi Alimentari si sta abbassando, con casi di DCA anche in bambini di appena 8-9 anni. Alcune evidenze, inoltre, dimostrano anche che segni premonitori possono comparire ancora prima di quell’età.

Mio/a figlio/a sembra normale davanti a me, quindi di sicuro non è malato.

Molti pazienti con DCA nascondono i loro sintomi o per vergogna, o perché temono che qualcuno vorrà fermarli. A volte solo piccoli segnali possono avvertirci che qualcosa non va: la sparizione di cibo dal frigorifero (nel caso di bulimia o binge eating disorder), la tendenza a scartare alcuni alimenti dalla dieta alludendo a motivi poco validi, un’attività fisica man mano più frequente e intensa. In caso di questi segnali, è bene non far finta di niente, ma instaurare con il proprio/a figlio/a un dialogo e offrire supporto e comprensione.

È colpa mia se mio figlio/a ha sviluppato un Disturbo Alimentare.

Non si può parlare di “colpe” poiché i genitori non vogliono certamente ferire volontariamente i propri figli. A volte si agisce in maniera sbagliata perché si cerca di tutelarli e proteggerli facendo quello che si ritiene meglio per loro. Nessuno è perfetto, ma una volta riconosciuti i propri errori si può fare del proprio meglio per correggerli.

A volte, inoltre, le cause di un DCA vanno ricercate al di fuori della famiglia, e non sono da attribuire ai genitori.

Ho un figlio maschio. Di sicuro non può sviluppare un DCA.

Anche questo è falso. L’incidenza e le diagnosi di DCA tra gli uomini è in aumento, probabilmente perché sono meno restii ad ammettere di avere un problema e a farsi curare. Alcuni DCA emergenti, come l’ortoressia, sembrano inoltre più frequenti nel sesso maschile che femminile.

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