di: stefanoiovino
Condividi su:
L’ estate , si sa, è un periodo difficile per chi attraversa problematiche di natura psicologica.
Aumenta l’ ansia (per una serie di motivi a cambiamenti psicologici ed organici), i vissuti depressivi possono peggiorare, si ha un’esacerbazione di disturbi psicotici. Insomma la salute mentale, soprattutto nelle persone che hanno già psicopatologie in atto, tende a risentire particolarmente con l’arrivo della “bella stagione” .
Cosa succede se si soffre di un Disturbo del Comportamento Alimentare con l’arrivo dell’estate?
La situazione sicuramente non è delle più rosee!
Una delle prime difficoltà riguardanti l’abbigliamento. Tutti i disturbi alimentari, come è noto, propria che la persona che ne soffre una difficoltà, a vari livelli di complessità, con la immagine corporea .La prova costume, così come un abbigliamento che tenda – per pratiche – a evidenziare le forme corporee, può assumere i connotati del dramma.
L’estate è anche il periodo dell’anno che coincide con l’aumento della socialità . Feste, occasioni mondane, vacanze etc. sono tutte occasioni che rimandano, nella mente di una persona con un disturbo alimentare, ad una sorta di occasione in cui doversi mostrare . Il problema serio consiste nel fatto che ci si concentra solo ed esclusivamente con la propria immagine corporea che diventa un vero e proprio biglietto da visita sostitutiva dell’interesse della persona: si entra così in un loop di pensieri e comportamenti nel quale la socialità diventa un vero e proprio incubo al quale si aggiunge la difficoltà a condividere con altri i momenti dei pasti che, come è noto, spesso rappresentano un momento di condivisione sociale.
Va aggiunto, inoltre, che il caldo genera una serie di problematiche, soprattutto legato a chi soffre di anoressia , di natura organica.Aumenta, ad esempio, la possibilità di perdita di peso dovuta ad una serie di fattori tra i quali l’inappetenza dovuta alle alte temperature o la maggiore perdita calorica dovuta al movimento.
Aumentano, come detto in precedenza, una serie di vissuti legati al disturbo alimentare che aumentare come la conseguenza del disturbo stesso. Il ritiro sociale e la dispersione del proprio corpo generano una serie di vissuti di natura depressiva o, in molti casi, danno luogo a comportamenti ritualistici e stereotipati volti a neutralizzare l’ansia che ne scaturisce.
Cosa fare, allora, se si è familiari o amici di una persona che soffre di un disturbo alimentare, soprattutto in estate?
Se è vero che l’estate genera questa costellazione multiforme di sintomi e disagi, la cosa migliore per chi è vicino ad una persona che soffre di un disturbo alimentare è quella di essere assolutamente non giudicante e di favorire, in questo periodo più che mai, capacità di riflessione sulla condizione di disagio che la persona vive. Far riflettere chi è portatore di un disagio di come la condizione esterna abbia esacerbato una sofferenza è il modo migliore per aiutare la persona ad avere consapevolezza delle proprie difficoltà e, auspicabilmente, invitarla a chiedere aiuto a professionisti specializzati e competenti.
Se ti è piaciuto questo articolo forse può interessarti anche: