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di: stefanoiovino

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Disturbi alimentari: ridurre il rischio nei bambini

 

Secondo le ultime statistiche, l’incidenza dei disturbi del comportamento alimentare è in costante ascesa e, quel che è ancora più scioccante, sono sempre di più i casi che si presentano in età pediatrica, a volte in bambini di appena 7-8 anni.
Ed è proprio per prevenire questo allarmante fenomeno che dobbiamo ricordare che i bambini sono
estremamente influenzati dall’ambiente che li circonda, e che insegnare loro a sviluppare un buon rapporto con il proprio corpo, con le proprie emozioni e con il cibo è il modo migliore per aiutarli a crescere sani e, di conseguenza, ridurre il rischio che sviluppino un disturbo alimentare come anoressia nervosa, bulimia nervosa o binge eating disorder.
A questo proposito, ci sono dei consigli che genitori e insegnanti, che di norma sono le figure
che maggiormente influenzano la vita dei bambini, possono seguire:

evitare di promuovere ideali irrealistici o perfezionistici di comportamento, di voti scolastici e di risultati;

evitare di usare il cibo come premio o punizione;

– incoraggiare i bambini a celebrare la diversità e a non considerare l’aspetto fisico come una misura del valore di una persona;

– incoraggiare i bambini a esprimere le proprie emozioni liberamente e a comunicare apertamente in casa e fuori casa;

non criticare o stuzzicare i bambini sul loro aspetto fisico, né fare paragoni con il fisico degli altri bambini;

– rassicurare i bambini che è normale prendere peso in certi fasi della vita, come la pubertà o
l’adolescenza;

– aiutare i bambini a sviluppare senso critico nei confronti delle immagini e dei messaggi che ricevono dalla televisione, dalle riviste, da internet e dai social media;

– permettere ai bambini di mangiare quando hanno fame e fermarsi quando sono pieni – non forzarli a mangiare tutto ciò che hanno nel piatto;

– incoraggiare i bambini a fare sport e a praticare regolare esercizio fisico per aumentare la sicurezza in se stessi;

Se i bambini però cominciano a mostrare segnali preoccupanti e ad approcciarsi all’alimentazione in
modo ossessivo, non è mai troppo presto per rivolgersi a un esperto che dovrà essere bravo a valutare e comprendere il messaggio che dietro un rapporto malato col cibo molto spesso si nasconde.

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